Opporci al male alimenta il male, giudicare il male nutre il male, reagire al male con altro male non fa altro che incrementare il male collettivo che come un’onda accresce la sua forza. Il male è necessario in quanto è un maestro di cui bisogna comprendere gli insegnamenti. Il male appartiene ad ognuno di noi, ci abita e quando riusciamo a riconoscerlo accade un passaggio evolutivo. Il male è un’esperienza così come il bene, siamo noi con il giudizio che creiamo la separazione. Riconoscere il male ci permette di risanare la frattura percettiva originaria e ci riconnette con l’esistenza stessa. Quando innanzi ad una violenza proviamo ostilità per chi la commette, usiamo parole offensive, ci stiamo connettendo con quella stessa frequenza che è già presente dentro di noi, stiamo alimentando inconsapevolmente lo stesso male. Solo divenendone consapevoli diamo inizio al processo di crescita. Il guerriero di pace risponde alla violenza con la forza della consapevolezza, con la potenza della compassione integrando e accettando la violenza la trasforma e la sublima. Ciò significa che il guerriero di pace può arrivare anche ad uccidere per fermare una violenza ma uccide senza provare ostilità, senza generare altro male. Il male è ciò che deve essere sublimato e sublimare il male è il motivo per cui siamo in questo viaggio terreno.
“In Psicologia e alchimia mi sono occupato dell’integrazione di Satana.
Perché, finché Satana non viene integrato, il mondo non è risanato né l’uomo redento.
Ma Satana rappresenta il male: come può il male venire integrato?
C’è una sola possibilità: assimilarlo, vale a dire sollevarlo al livello della coscienza. Questo si compie per mezzo di un processo simbolico molto complicato, che coincide grosso modo con il processo psicologico dell’individuazione.”
C.G.Jung
Jung Parla
Pg 227